1976-77 SERIE A

A guidare il piccolo Cesena in coppa Uefa non fu Marchioro, sistematosi sulla panchina del Milan, bensì Giulio Corsini. Non c’erano più neppure alcuni protagonisti della precedente esaltante stagione come Danova, Bertarelli, Festa, Zuccheri e Urban.

Il sorteggio per i 32esimi di finale non fu favorevole ai romagnoli ai quali toccarono i tedeschi orientali del Magdeburgo, già vincitori di tre campionati (1972, 1974 e 1975), due coppe nazionali (1969 e 1973) e di una coppa delle Coppe (1974).

Per la gara di andata allo stadio “Ernst Grube” i tedeschi scesero in campo con sei undicesimi della squadra che due anni prima aveva conquistato il trofeo europeo e con ben otto nazionali, tra cui il celebre Jürgen Sparwasser. La supremazia del Magdeburgo si concretizzò in un netto 3-0 ai danni di un Cesena che per oltre metà gara fu costretto a giocare in dieci per l’espulsione di Oddi, cacciato al posto del portiere Boranga autore di un pugno che stese Sparwasser.

La gara di ritorno quindici giorni dopo si presentava proibitiva. Gli appena diecimila paganti della Fiorita testimoniarono la scarsa fiducia dell’ambiente per un’impresa che avrebbe avuto del miracoloso. Ad inizio invece i padroni di casa conducevano per 2-0, in virtù delle reti di Mariani e Pepe. Il miracolo non sembrò più impossibile. Il Cesena ci sperava, ma fu solo un’illusione che durò fino al gol del solito Sparwasser. Mariani poi perse la testa e con un calcio stese il tedesco Streich, lasciando i compagni in dieci. Inutile arrivò il terzo gol firmato da Macchi per il 3-1 finale.

L’eliminazione in coppa Uefa, che era seguita a quella in coppa Italia, fu solo l’antipasto di una stagione nerissima.

Dalla prima all’ultima giornata di campionato, il Cesena stazionò all’ultimo posto in classifica. Nulla servirono i cambi in panchina: da Corsini al duo Neri-Ferrario, da Neri-Ferrario a Rosati ed infine ancora Neri-Ferrario. Dopo 23 anni di ascesa, dalla Promozione alla Serie A, il Cesena tornò ad assaporare l’amarezza di una retrocessione.